STORIA DI UNA CANTINA IN VALLE BELBO

 

Sono lontani gli anni che hanno visto i produttori di moscato delle Langhe e del Monferrato marciare compatti, scandendo slogan contro gli industriali del vino e reclamando prezzi più remunerativi per la loro fatica.

C’è adesso chi racconta quegli anni, la rabbia che esplose, i contadini che scesero a Canelli con carri, buoi, trattori, riempirono le piazze e le strade e andarono ad inveire davanti ai cancelli degli stabilimenti della Gancia, istintivamente individuata come la bandiera del fronte degli industriali .

Era il 1964 e la Valle Belbo riuscì a scuotersi da un torpore atavico di rassegnazione e di rinuncia alla lotta contrattuale sulla spinta di un movimento che col nome di Partito dei Contadini prima  e di Partito Rurale Democratico dopo era riuscito a fare breccia nel chiuso individualismo della piccola proprietà contadina.

L’ epopea di quel periodo vibrante di emozioni, con Alessandro Scotti e Giovanni Cerutti che pretendevano entrambi, insieme ad altri, di difendere gli interessi delle classi rurali da posizioni contrapposte, ha trovato una sua storia in un libro del cossanese Giuseppe Brandone che ha voluto rivisitare con una qualche commozione, ma anche con rigore storiografico il tempo in cui dalle sue  parti la gente votava contadino.